I gioielli
sardi sono ammirati da tutti per la preziosità dei metalli utilizzati, per le
pietre come granati, turchesi, coralli, ecc., che li arricchiscono, ma
soprattutto sono ornamenti essenziali del costume femminile e maschile. Le
occasioni più belle per osservarli sono offerte dalle feste tradizionali: la
Cavalcata Sarda a Sassari, la festa di Sant’Efisio a Cagliari, la festa del
Redentore a Nuoro, giusto per ricordarne alcune. Costumi da mille colori
sfilano sotto i nostri occhi arricchiti da collane, anelli, catene e orecchini.
Ogni paese della Sardegna ha un costume proprio e ogni costume ha i suoi
particolari gioielli.
Molti di
questi però non sono solo ornamenti, ma sono anche simboli dell’amore, della
fedeltà, della grazia. Proteggono una vita appena nata, hanno funzione bene
augurale e servono per allontanare le forze del male.
In epoche
passate, in Sardegna, alcuni gioielli, in sardo Prendas, avevano una
finalità diversa da quella odierna che è soprattutto ornamentale. Erano usati,
infatti, come “amuleti protettivi”, servivano, cioè, per allontanare il
“malocchio” (s’ocru malu) e tutte quelle influenze negative che potevano
in qualche modo danneggiare la salute e la fertilità; Queste, nella società
sarda prevalentemente agro-pastorale erano beni indispensabili.